Un ritrovamento eccezionale arricchisce la storia sommersa della Sicilia: nelle acque di Santa Maria del Focallo, meta turistica per molti catanesi nel Comune di Ispica (Ragusa), è stato scoperto un relitto arcaico risalente al VI-V secolo a.C., accompagnato da quattro ancore litiche e due in ferro. La scoperta è avvenuta durante una campagna di scavi subacquei condotta dalla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana e dall’Università di Udine, che hanno rivelato un pezzo importante dei traffici marittimi tra Grecia e Sicilia.

Una scoperta che racconta molto di più
Il relitto, ritrovato a sei metri di profondità sotto strati di sabbia e massi, è stato costruito con la tecnica “su guscio”, che utilizzava tavole del fasciame collegate tramite incastri per conferire alla struttura una funzione autoportante. Accanto al relitto, sono state rinvenute due ancore in ferro del VII secolo d.C. e quattro litiche di probabile epoca preistorica, una combinazione che racconta la stratificazione storica di queste acque.
Secondo Francesco Paolo Scarpinato, assessore ai Beni culturali e identità siciliana, «questa scoperta sottolinea il ruolo centrale della Sicilia nei traffici e negli scambi culturali del Mediterraneo antico, aggiungendo un prezioso tassello al patrimonio culturale sommerso dell’isola».
La campagna, parte del “Kaukana Project”, ha utilizzato tecnologie avanzate come la fotogrammetria subacquea, che ha permesso di creare un modello tridimensionale del relitto. I campioni prelevati consentiranno inoltre analisi paleobotaniche per approfondire la conoscenza dei materiali utilizzati.
Questo ritrovamento non è solo una finestra sul passato, ma un simbolo dell’importanza della valorizzazione del patrimonio sommerso, che può raccontare nuove storie del Mediterraneo e del suo intreccio di culture.

Il gruppo della Guardia Costiera che ha effettuato le immersioni.