I Persiani in scena a Catania
Venerdì 27 settembre 2024, Palazzo della Cultura - Corte Mariella Lo Giudice di Catania ospita la rappresentazione I Persiani di Eschilo.
Lo spettacolo è diretto da Claudio Collovà con la partecipazione di Giuseppe Pambieri e con Sergio Basile, Gianluigi Fogacci, Micol Pambieri e Nicolas Zappa e riflette sull’identità collettiva di vincitori e vinti nelle guerre persiane, rivelando la ciclicità della storia umana.
la pièce mette in scena la disperazione della corte persiana e l'angoscia della regina Atossa mentre attende notizie del figlio Serse. Con una messa in scena potente e viscerale, Collovà enfatizza la devastazione umana e il costo emotivo del conflitto, offrendo una riflessione profonda sulla fragilità del potere.D’altra parte, Eschilo, poeta e soldato, prende parte alle due guerre persiane contro Dario e contro Serse. Testimone al fronte, oplita in prima linea per ricacciare indietro l’enorme esercito dell’impero persiano, è certamente più attendibile di Erodoto, il primo storiografo dell’umanità che ha sensibilmente ingigantito il successo del popolo greco unito. Eschilo riesce meglio perché havisto. E come poeta rappresenta nel teatro delle Polis l’identità collettiva di vincitori e vinti. NeiPersiani, dunque, il mito è un caso della storia, un fatto che si ripete incessantemente da allora e da molto prima fino a oggi. Popoli che sconfinano e assoggettano altri popoli che perdono l’indipendenza e divengono schiavi e sudditi. Almeno per un certo periodo di tempo. È una storia che ripete se stessa con identico passo, da quando l’uomo ne ha avuto l’ambizione, e che rende unico il dramma di Eschilo, la prima tragedia a noi giunta, messa in scena solo otto anni dopo la vittoria greca di Salamina. Nella lingua aspra e dura, narrando la sciagura dell’impero persiano,Eschilo esalta l’ammirazione speciale per i combattenti greci e ne celebra indirettamente la gloria.La tragedia è tutta persiana, ovvero anche persiana, ma alla fine è davvero universale. Anche greca, anche nostra, se guardiamo con lo stesso sguardo con cui venne guardata allora, come una guerra che ci riguarda ancora oggi, e di cui ci sentiamo responsabili.
Lo spettacolo fa parte di Mediterrartè – Classico Contemporaneo, un festival internazionale che celebra le realtà artistiche del Mediterraneo.