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Catania: arriva “Sanbot”, il robot che naviga anche in ambienti sconosciuti

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Un robot che naviga in autonomia anche in ambienti a lui sconosciuti è ormai realtà. Si chiama “Sanbot” ed è un prototipo made in Catania realizzato da Marco Rosano, dottorando del Dipartimento di Matematica e Informatica dell’Università di Catania, grazie ad una borsa di ricerca finanziata dall’azienda etnea OrangeDev con cui collabora da due anni allo sviluppo di tecnologie robotiche e di intelligenza artificiale.

Una ricerca, dal titolo “On Embodied Visual Navigation in Real Environments Through Habitat”, che è stata pubblicata sull’International Conference on Pattern Recognition, un’importante conferenza internazionale del settore a firma di Marco Rosano, di Luigi Gulino (Ceo di OrangeDev) e dei docenti dell’ateneo catanese, Antonino Furnari e Giovanni Maria Farinella.

«Stiamo sviluppando tecnologie di “apprendimento automatico” che permettano a qualsiasi robot di muoversi in autonomia ed interagire con oggetti e persone, anche in ambienti sconosciuti, di cui non si conosce la loro disposizione, spiega il giovane ricercatore. Contrariamente ai metodi classici di navigazione, che necessitano della planimetria per muoversi all’interno dell’edificio, i nostri algoritmi lavorano a livello cognitivo, permettendo a Sanbot di “comprendere” la geometria dell’ambiente e il tipo di interazione che può esistere con gli elementi al suo interno, il tutto a partire da immagini scattate in prima persona. È un approccio che si ispira al funzionamento della mente umana, più simile a come noi uomini percepiamo il mondo che ci circonda e a come interagiamo con esso».
«Le applicazioni di questa tecnologia sono innumerevoli, aggiunge Marco Rosano. In ambito industriale stiamo osservando come i “robot-montacarichi” usati negli impianti di logistica possano assistere l’uomo durante le operazioni più faticose e rischiose, trasportando in autonomia grossi carichi tra gli scaffali. In ambito domestico i robot aspirapolvere ci aiutano con la manutenzione delle nostre abitazioni e con il maturare della tecnologia potremo presto vedere, ad esempio, robot in grado di assistere i più anziani, che hanno bisogno di attenzioni costanti. Senza dimenticare al supporto che robot terrestri e volanti potrebbero offrire nelle operazioni di ricerca e salvataggio dei dispersi, aiutando a salvare vite umane».

«Questa esperienza rappresenta per noi motivo di orgoglio, sia perché siamo una delle poche realtà del territorio a finanziare una borsa di ricerca, sia perché manteniamo viva la speranza di giovani che, senza spostarsi in Italia o all’estero, possono realizzare il sogno di poter “vivere” delle realtà aziendali strutturate e all’avanguardia e lavorare a ciò che più piace» spiega Luigi Gulino, CEO dell’azienda OrangeDev.

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