Dopo tre anni di attività di ricerca e sperimentazione, il progetto Acevù ha prodotto i primi campioni di aceto biologico vulcanico dell’Etna, ottenuti da vitigni autoctoni coltivati in regime biologico. Il progetto, finanziato nell’ambito del PSR Sicilia 2014/2022, punta a valorizzare la produzione di aceto di qualità superiore attraverso tecniche innovative e una gestione sostenibile delle materie prime.
Il workshop di presentazione
I dati e i campioni verranno presentati venerdì 7 marzo alle ore 9.30 presso un’azienda agricola di Castiglione di Sicilia. Durante l’incontro, esperti del settore illustreranno i risultati del progetto, analizzando il ruolo delle tecniche agronomiche avanzate nella gestione dei vigneti e i metodi innovativi adottati per la produzione dell’aceto.
Un connubio innovazione e la nostra Etna
Uno degli obiettivi principali del progetto è valorizzare le caratteristiche del terroir vulcanico, ricco di minerali e di elementi distintivi che influenzano le qualità aromatiche del prodotto. Sono stati adottati due metodi di produzione:
- Metodo statico, che prevede una fermentazione naturale e un affinamento in botti realizzate con legni tipici dell’Etna, per esaltare le note aromatiche di ginestra, castagno e ciliegio.
- Metodo dinamico, che utilizza strumenti tecnologici per accelerare il processo di fermentazione e produzione dell’aceto.
Mercato e prospettive future
Il progetto non si limita alla sperimentazione, ma include anche un’analisi del mercato e del livello di accettazione del consumatore. Sono stati condotti studi per comprendere il potenziale posizionamento dell’aceto vulcanico nei circuiti commerciali e le opportunità di crescita per le aziende del settore.
L’Italia è tra i principali produttori ed esportatori di aceto e il progetto Acevù mira a legare questa tradizione alla specificità dell’Etna, offrendo un prodotto di qualità superiore con un’identità territoriale distintiva.