Nel cuore del quartiere Angeli Custodi di Catania, a due passi dal centro storico di Catania, sorge un luogo che un tempo era simbolo di accoglienza e che oggi, dopo anni di abbandono, è rinato come punto di riferimento per la comunità. Siamo in via Gramignani ed è qui che si trova La Città dei Ragazzi, uno spazio storico fondato negli anni Cinquanta da Padre Santo D’Arrigo per accogliere i bambini orfani della guerra, un luogo che oggi ha ritrovato nuova vita grazie all’impegno di un gruppo di associazioni che operano nel terzo settore.
“Questo enorme palazzo, cinque piani con una terrazza meravigliosa che offre una vista unica sulla città, ha visto passare tantissimi catanesi che hanno dato lustro alla nostra città” racconta Marco Barbarossa, uno dei responsabili del progetto e presidente dell’impresa sociale Keras, una di quelle che ha deciso di rimboccarsi le maniche e cominciare a lavorare per il territorio. “All’interno ci sono spazi aggregativi, come un teatro, un campo da calcio e molte aree dedicate alle attività sociali e culturali. L’obiettivo è stato quello di creare un hub comunitario che partisse dai bisogni del territorio”.
“Quello in cui operiamo – spiega Barbarossa – è un luogo pieno di bisogni, assolutamente abbandonato e sconosciuto a molti, soprattutto alle nuove generazioni. Abbiamo scelto di partire dalle esigenze delle persone che vivono qui e di creare progetti basati sulle loro necessità reali”.
PASSATO E PRESENTE DE LA CITTA’ DEI RAGAZZI
Come detto, il lavoro della Città dei Ragazzi si fonda sull’eredità lasciata da Padre Santo D’Arrigo. Negli anni Cinquanta, questo spazio accoglieva i bambini di questo borgo marinaro, garantendo loro supporto e opportunità. Dopo la scomparsa del fondatore, nei primi anni 2000, la struttura è stata abbandonata fino alla recente riapertura. “Molte persone ci ringraziano per aver riattivato questo luogo. Ricordano l’accoglienza che hanno ricevuto qui e per loro è un simbolo importante”, dice Barbarossa.
Oggi, la sfida non è solo quella di restituire uno spazio alla comunità, ma di creare un ponte tra il centro e la periferia di Catania. “Cerchiamo di sovvertire l’idea che siano le periferie a doversi avvicinare al centro. L’invito è rivolto a chi vive al centro: venite qui, arricchite questo luogo con le vostre competenze e professionalità”, sottolinea Barbarossa.
La Città dei Ragazzi non è solo un centro aggregativo, ma anche un laboratorio di rigenerazione urbana. “Il nostro obiettivo è rendere bella anche questa parte di città. Il quartiere per esempio non è pronto per accogliere i turisti che sempre più numerosi visitano Catania, e ciò è evidente nella gestione dei rifiuti, nell’uso di sostanze stupefacenti in strada e in altri fenomeni di degrado. Lavoriamo per cambiare queste dinamiche”, racconta Barbarossa.
Ma l’impegno più grande è rivolto ai bambini e alle famiglie. “Le emozioni più belle ce le regalano i più piccoli. Abbiamo scelto di dedicare gran parte del nostro lavoro a loro. Ma piano piano riusciamo a entrare anche nel cuore dei più grandi, delle famiglie, per esempio, le mamme che accompagnano i loro figli qui spesso collaborano con noi nelle attività. E siamo punto di riferimento anche per le comunità di anziani che qui possono passare diverse ore della loro giornata”. Inoltre, la struttura accoglie percorsi di messa alla prova e inserimenti lavorativi per persone che hanno vissuto esperienze di detenzione, offrendo loro una seconda opportunità.
LE ASSOCIAZIONI IMPEGNATE CON LA CITTA’ DEI RAGAZZI
La rinascita della Città dei Ragazzi è stata possibile grazie alla collaborazione di diverse associazioni e realtà sociali, a cominciare dall’ impresa sociale Keras, passando poi per Spazio47 che dedica le sue attività ai più giovani, alla Cooperativa Villaggio del Magnificat, che gestisce servizi per la disabilità, come il centro diurno per l’autismo intitolato a Mario e Bruno De Luca, figure storiche della nostra città, e ancora l’Associazione Nessuno Escluso, che invece si occupa di attività per gli anziani, ed Eris Formazione, che organizza percorsi formativi e professionali per ragazzi.
“Abbiamo costruito una rete forte, ma sappiamo di non poter fare tutto da soli. L’idea è quella di creare un ponte figurativo che superi le barriere del quartiere e porti le persone a vivere questo spazio, perché il cambiamento richiede l’impegno di tutti”, conclude Barbarossa.
La Città dei Ragazzi rappresenta quindi una nuova speranza per San Cristoforo, un luogo dove il passato incontra il futuro, e dove il lavoro di tante mani diverse sta creando un domani migliore per tutta la comunità.