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Si conclude Litoranea Festival: riscontri positivi e voglia di investire ancora su Portopalo

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Musica elettronica e spettacoli dal vivo, esperienze immersive, grande attenzione all’ambiente e ai legami con il territorio, vetrina per una Sicilia assetata di turismo e di rivalsa. In una parola Litoranea.

Si è concluso il festival che anno dopo anno cresce sempre di più con l’obiettivo di abbracciare il territorio in cui è nato, Portopalo di Capo Passero, proponendo non solo musica – in 5 giorni si sono alternati in console quasi 40 dj – ma anche experience in grado di avvicinare l’utenza al territorio e il territorio all’utenza. Tra queste la Datterino experience, che ha portato il pubblico nell’orto dell’azienda agricola Burgaretta per gustare i prodotti locali a Km 0, i clean up di Scalo Mandrie e Isola delle Correnti organizzati in collaborazione con Radicepura Garden Festival, lo yoga con Yoganomade, la retreat experience in sinergia con Sicule will, i talk ospitati alla Terrazza dei due mari – dove Arturo Di Bella, docente di Geografia del Turismo all’Università di Catania, Fermento urbano e Whole Urban Regeneration, giovani realtà che si occupano di rigenerazione urbana, hanno discusso insieme alla sindaca di Portopalo Rachele Rocca, al vicesindaco Corrado Lentinello e Marco Luca Loteta, organizzatore del festival insieme a Dario Caccamese, Giorgio Cristaldi, Mirko Felicioli e Alberto Pappalardo, dell’impatto che i boutique festival come Litoranea hanno sul territorio che li ospitano – e alla Tenuta Barone Sergio dove Alessia Ciccarello, presidente di Siciliainnova, e fronte.rem, collettivo formato da tre progettisti siciliani, si sono confrontati su rigenerazione urbana e inclusione sociale. 

Un’isola potente, la punta più a sud della Sicilia che per l’occasione ha accolto circa 2500 persone e che va rispettata – a tal proposito quest’anno sono stati ulteriormente potenziati il servizio cashless e gli accorgimenti per rendere l’evento plastic free – e valorizzata. Non solo nei giorni in cui si svolge Litoranea Festival, ma durante tutto l’anno. Ecco perché dopo una breve pausa si tornerà a lavoro per continuare a investire su una terra che ha sì tanto da dare, ma che merita anche di ricevere in termini di ritorno economico e, soprattutto, umano. 

«È stata una montagna russa di emozioni – commenta Mirko Felicioli, dj tra gli organizzatori della manifestazione -. Un’edizione con giovani provenienti da diversi paesi d’Europa e del mondo che per cinque giorni hanno dotato Portopalo di Capo Passero e i paesi limitrofi di un accento multietnico. Sono fiducioso che con il pieno supporto delle delegazioni comunali, del tessuto imprenditoriale locale e delle forze dell’ordine possiamo guardare al futuro del festival e dello sviluppo territoriale sempre con più ambizione».

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